Inserito da lina.pellegatta il giorno Lun, 01/09/2014 - 18:22 AttoInformazioni sul documentoAnno scolastico: 2014-2015Tipo di pubblicazione: ComunicazionePubblica o Privata: PrivataArgomento: AltroDestinatari: DocentiGenitoriNumero di inserimento: 33Data di emissione: 03/09/2014 - 10:15 Testo e documentiTesto del documento e files allegatiEMERGENZA EDUCATIVA? PROPOSTE E PROVOCAZIONI Istituto “Sanmicheli” 5 maggio 2014 Si riuniscono in questo file le relazioni prodotte da alcuni docenti e dalla dirigente scolastica in merito al problema dell’emergenza educativa e dei problemi disciplinari in cui ci si è imbattuti nel corso dell’anno scolastico 2013-14. I docenti hanno seguito tutti uno stesso “format” espositivo: hanno esposto il problema, i provvedimenti e le soluzioni che hanno messo in atto in accordo con i rispettivi consigli di classe, i risultati ottenuti. Le relazioni contengono anche riflessioni e considerazioni di carattere più generale. Alle relazioni dei docenti si aggiunge quella della psicologa che è intervenuta in classi particolarmente difficili su sollecitazione dei docenti, nel tentativo di favorire un clima più sereno e collaborativo. Nel corso dell’a.s. 2013-14 i docenti dell’Istituto “Sanmicheli” hanno denunciato una crescente difficoltà nella gestione disciplinare delle classi prime. Infatti pur non essendo mancate situazioni problematiche anche nelle altri classi, è del tutto evidente che il problema delle classi iniziali ha dimensioni e gravità allarmanti. Al 3 maggio 2014 risultano comminate 108 sospensioni (di diversa gravità)[1] di cui: 54 nelle PRIME pari al 48% 20 nelle SECONDE pari al 18% 15 nelle TERZE pari al 13% 7 nelle QUARTE pari al 6% 12 nelle QUINTE pari all’11% 23 classi con provvedimenti disciplinari su 54 classi totali Le 54 sospensioni attribuite a studenti delle classi prime risultano così distribuite: 16 in 1A 1 in 1B 16 in 1C 6 in 1F 3 in 1H 2 in 1I 3 in 1K 5 in 1M 2 in 1P I provvedimenti disciplinari delle classi III, IV e V non coinvolgono gli studenti del socio-sanitario e del corso moda; non vi sono provvedimenti disciplinari in 1Q una classe IFP del settore moda ove sono stati fatti degli interventi volti a creare un clima di dialogo e di fiducia tra gli studenti e con gli insegnanti. Delle 108 sospensioni solo il 4% sono state deliberate verso studenti sorpresi a fumare negli spazi interni ed esterni dell’edificio scolastico. Questo dato contrasta con la lamentela spesso pronunciata dai docenti stessi, quindi sembra di poter concludere che o i ragazzi sono molto scaltri oppure che gli adulti sono molto poco vigili e, anche quando percepiscono la presenza di fumo, non risalgono all’arrosto, quindi non vanno personalmente ad accertare chi e dove fuma. Nelle classi del triennio 18 sospensioni su 34 sono state provocate dall’elevato numero di ritardi e di assenze non sempre puntualmente e adeguatamente giustificati. La scuola è nettamente divisa a metà infatti le classi coinvolte nei provvedimenti sono 23 sul totale di 54 e nessuna classe del triennio è del corso socio-sanitario e del corso moda (sia dell’istruzione sia della formazione): sembra dunque che il corso dei servizi commerciali concentri in sé tutti i casi difficili, e in alcuni casi si direbbe disperati, della scuola il che, anche da un semplice punto di vista statistico, lascia qualche perplessità e fa nascere il sospetto che i consigli di classe del corso commerciale siano più esigenti, più severi e meno disposti ad individuare delle forme alternative alla sanzione per contenere i problemi disciplinari. Ciò che colpisce nelle motivazioni dei provvedimenti adottati dai consigli di classe sono: L’uso smodato e improprio del cellulare L’adozione di un linguaggio gratuitamente volgare e con frequente uso di bestemmie La manifestazione di atteggiamenti aggressivi sia nei confronti dei compagni sia degli adulti2] Il CELLULARE è perennemente acceso e non serve praticamente più per fornire suggerimenti e soluzioni agli studenti impegnati in prove di verifica, ma serve solo a stare perennemente connessi al mondo on-line estraniandosi dal mondo off-line, dalla realtà. E’ sempre più frequente la comunicazione immediata, si direbbe in tempo reale, tra gli studenti e i famigliari, per ciò che riguarda il verificarsi di episodi che provocano la loro suscettibilità. Ciò ha determinato e genera un significativo intervento dei genitori nei confronti del dirigente a cui si chiede immediatamente conto dell’accaduto. In molti casi i genitori, quando il cellulare viene requisito, si presentano subito senza neppure aspettare la fine della mattinata per avere di ritorno il cellulare consegnato in presidenza, in non pochi casi si è giunti allo scontro quando il dirigente si è rifiutato di restituire il cellulare sequestrato. Il LINGUAGGIO VOLGARE è una diffusa abitudine fra gli adolescenti che, in questo modo, infrangendo il tabù linguistico, vogliono dimostrare di essere adulti. E’ un linguaggio greve e gratuito: non usano le parolacce in particolari circostanze, perché contrariati o indispettiti, o meglio non solo in tale contesto ma sempre, anche quando non ce n’è alcuna apparente ragione. Il linguaggio perde ogni freno residuo quando i ragazzi comunicano con gli sms o altre forme di scrittura veloce via web, senza per altro che si rendano conto, soprattutto dopo alcune recenti sentenze, che gli insulti scritti sono vere e proprie forme di diffamazione anche quando non è stato fatto esplicitamente il nome della persona a cui sono riferiti ma vi sono sufficienti elementi per identificarla. L’AGGRESSIVITA’ è sempre più frequente e genera talvolta veri e propri scontri fisici. In alcuni casi si intuisce che la tensione è nata nei social-network e che, nella occasione dell’incontro reale, gli studenti siano incapaci di adottare filtri e mediazioni, provocando lo scontro. I motivi sono sempre futili: i pettegolezzi, i giudizi, le malevolenze pronunciati nella piazza virtuale, che scatenano gelosie, invidie, rivalità. In alcuni casi particolarmente gravi si assiste a forme di bullismo che individui o piccoli gruppi esercitano nei confronti di studenti dalla personalità più fragile e debole, soprattutto quando frequentano siti dove non esistono limiti e regole da rispettare. I genitori non hanno sempre una esatta consapevolezza di come si comportano i loro figli: ciò è in parte comprensibile perché anche i ragazzi adottano atteggiamenti e comportamenti differenziati a seconda delle situazioni e dei contesti in cui si trovano, in parte invece dipende dal fatto che i genitori pensano ancora ai loro figli come a dei bambini che non potrebbero mai adottare simili comportamenti; in alcuni casi infine dipende dal fatto che i genitori ignorano quasi completamente ciò che i loro figli sono e fanno. Soprattutto in questi ultimi due casi succede di frequente che i genitori siano scarsamente collaborativi dimostrando una opinione di pregiudizievole sfiducia nei confronti della scuola (che continua ad essere immaginata con il coltello dalla parte del manico) alimentata dai “si dice” e dai discorsi riportati a casa dai figli, dai loro amici, e dagli amici degli amici. I docenti dunque si trovano davanti classi complesse rispetto alle quali hanno pochi strumenti di intervento e reagiscono alla trasgressione con metodi tradizionali sia dal punto di vista didattico sia relazionale. Nelle classi prime gli “ingredienti” che si combinano producendo effetti devianti sono numerosi e tutti gravi: Vi è una significativa presenza di ripetenti Lo studente ripetente in alcuni casi compensa l’insuccesso scolastico con la trasgressione alle regole attribuendo perciò la bocciatura non al proprio disimpegno ma la fatto di non essersi voluto piegare alle regole volute e imposte dagli “altri” La presenza degli studenti ripetenti provoca fenomeni di emulazione al negativo da parte di altri studenti Molti studenti scelgono l’iscrizione al professionale perché non sanno cosa fare, perché la ritengono una scuola facile, perché hanno tentato altre strade senza successo, perché non hanno autostima e fiducia nelle loro capacità e quindi ritengono di essere inadatti ad ogni altro tipo di scuola Alcuni docenti ritengono che gli studenti dei professionali abbiano modeste capacità (se no non sarebbero al professionale…) e l’approccio essenzialmente teorico alla disciplina conferma il pregiudizio perché gli studenti dimostrano “in pratica” di essere poco autonomi nello studio e sostanzialmente incapaci di approfondire, di esercitare spirito critico, di muoversi trasversalmente nelle discipline In numero crescente di casi vi sono alle spalle degli studenti delle preoccupanti situazioni famigliari e sociali con adulti fragili, poco responsabili incapaci di assumere impegnative responsabilità. Gli operatori del CIC hanno messo in evidenza che questi casi sono molto numerosi e in parecchi casi anche assai gravi: sono assai frequenti i casi di studenti che hanno subito veri e propri traumi nella loro infanzia-prima adolescenza senza per altro avere un adeguato supporto e senza che la famiglia si adeguasse ad assumere nuovi e più consoni comportamenti e atteggiamenti. L’elevato numero di studenti stranieri complica ulteriormente il quadro non tanto perché sia difficile trovare un punto di incontro fra adolescenti appartenenti a diverse culture ma perché si tratta ormai di seconde generazioni che possono vivere in modo molto conflittuale il rapporto con la loro origine sia rifiutandola e innescando un aperto dissenso con la famiglia, sia accettandola e quindi entrando in contrasto con i loro pari con cui si confrontano quotidianamente. Nell’incontro organizzato dalla rete TANTETINTE sul tema della complessità educativa, la pedagogista Alessandra Domeda che opera soprattutto nella scuola primaria nel territorio di Milano, ha osservato che non ci sono soluzioni prefabbricate e standardizzate: bisogna provare a rimuovere degli ostacoli, cominciando dai più evidenti, per verificare se si aprono altri e diversi spazi operativi. Questa azione coincide con l’operato del counseling il quale può affiancare i docenti e prestare loro aiuto nella gestioni di classi o casi particolarmente difficili e complessi. Se è faticoso e impegnativo andare bene a scuola e mantenere fede all’immagine di sé come di un bravo studente, bisogna prendere coscienza che è altrettanto faticoso andare male, quindi i ragazzi problematici non stanno meglio né vivono comodamente. Il disagio dello studente si può trasferire sul docente nel momento in cui ritengono di avere fallito poiché nessuna delle strategie adottate sembra aver prodotto un risultato anche solo parzialmente positivo. Bisognerebbe agire in modo tale da evitare che i ragazzi tendano tutti ad un unico modello ideale costringendoli quindi a forzose forme di adattamento o addirittura alla simulazione o, all’opposto, a forme di disadattamento e opposizione aperta; bisognerebbe riuscire, magari con l’intervento del counseling, a concordare con loro degli obiettivi, anche disciplinari, da raggiungere riconoscendo la presenza nella stessa classe di percorsi e di fini differenti. La figura professionale del counseling costituisce un supporto ed un alleggerimento per gli insegnati curricolari sebbene sia una spesa da sostenere a carico della scuola che non sempre ha i mezzi per avvalersi di simili supporti esterni. Per quello che riguarda il regolamento interno, non si può certamente imputare all’istituto di non essersene dotato, infatti annualmente la commissione POF provvede al controllo e alla eventuale revisione del regolamento qualora in corso d’anno si fossero manifestati dei problemi non previsti e non contemplati. Il regolamento viene presentato agli studenti delle classi prime nella fase dell’accoglienza; è sintetizzato sul libretto personale; è reso noto ai coordinatori di classe; viene presentato ai genitori nelle occasioni di incontro; è pubblicato sul sito disponibile a tutti. Tuttavia perché il rispetto del regolamento sia efficacemente applicato occorre fissare l’attenzione su poche regole essenziali e condivise innanzitutto dai docenti: il continuo rimprovero per ogni manifestazione ritenuta impropria o inopportuna, dà il senso della inadeguatezza e della sconfitta a priori. Fino a non molto tempo fa c’era un continuo contenzioso sull’uso del parcheggio da parte dei ragazzi, forse qualcuno di loro ancora parcheggia la propria auto nello spazio riservato ai professori ma evidentemente in modo discreto poiché nessun docente negli ultimi due anni si è più lamentato. La procedura che prevede la consegna al centralino del libretto personale con il certificato medico per le assenze pari o superiori ai 6 giorni, è stata regolarmente rispettata. I ragazzi hanno imparato a chiedere per iscritto di restare a scuola a studiare il pomeriggio per conto loro, facilitando il compito di controllo. I casi di studenti segnalati per comportamenti scorretti nel corso dei tirocini sono meno di 5 negli ultimi 7 anni. Quindi anche alla luce di queste considerazioni occorre interrogarsi sulla opportunità di segnalare tutti i comportamenti che riteniamo scorretti dal masticare gomma, alla bestemmia. Produrre un numero eccessivo di note, ne vanifica l’effetto e genera la sensazione di essere oggetto di persecuzione. Le note attribuite genericamente ad una classe intera poiché non si è individuato il/i responsabile/i di un evento negativo, diffondono un senso di ingiustizia e di sfiducia. E’ necessario quindi calibrare il meccanismo prendendo degli accordi preventivi in senso al consiglio di classe e, in tutti i casi, è fondamentale il ruolo dei docenti: solo una loro costante vigilanza è garanzia del rispetto delle regole, solo la coerenza degli adulti costituisce un elemento di inattaccabilità. UNA CONCLUSIONE PROVVISORIA A conclusione dell’incontro avvenuto il 5 maggio 2014, la dirigente e i docenti presenti hanno avanzato alcune proposte che dovrebbero trovare realizzazione nel corso del prossimo anno: Chiedere l’intervento di un esperto esterno che intervenga proprio sul tema della dinamica dei gruppi e sulle modalità più efficaci della comunicazione e della relazione; Chiedere l’intervento dei due operatori CIC affinché riferiscano diffusamente sull’esperienza realizzata quest’anno al fine di chiarire lo scenario delle dinamiche famigliari che si prospetta tanto complesso e difficile; Riformulare il progetto accoglienza rivolto alle classi prime, accentuando degli aspetti di severità che erano stati molto diluiti e attenuati; Far intervenire il DS nelle prime nella fase dell’accoglienza per accentuare la richiesta di rispetto delle regole; Organizzare almeno in due scadenze annuali l’incontro del DS con i coordinatori dei consigli di classe al fine di confrontarsi sugli atteggiamenti da tenere in determinate circostanze; Segnalare immediatamente al DS casi che si prospettano particolarmente difficili; Verificare la disponibilità ad assumere dei counseling. I materiali prodotti dai consigli di classe che hanno tentato delle operazioni diverse e alternative alla sanzione disciplinare sono pubblicati sul sito e la stampa dei singoli interventi viene allegata ai verbali dei consigli di classe, affinché ne rimanga traccia negli anni a venire. UNA POSTFAZIONE PROVOCATORIA “Malpelo si chiamava così perché aveva i capelli rossi, e aveva i capelli rossi perché era un ragazzo malizioso e cattivo che prometteva di riuscir un fior di birbone” (G. VERGA, Rosso Malpelo, Mondatori, 1983) I capelli rossi rivelano al mondo che è nata una creatura malvagia che ha in sé il germe del male e che di conseguenza è destinato ad essere messo ai margini, è un caino che va esiliato. Può accadere che riteniamo “cattivi” ragazzi che hanno fondamentalmente il torto di nascondere dietro tale maschera la loro sofferenza? Enrico il bambino protagonista di ”Cuore” racconta che nella sua classe c’è un bambino particolarmente cattivo, è Franti: “Stardi ha daccanto una faccia tosta e trista, uno che si chiama Franti che già fu espulso da un’altra sezione”. Durante i funerali del re Vittorio Emanuele II “uno solo poteva ridere e Franti rise. Io detesto costui. E’ malvagio”. Neppure l’intervento accorato della madre induce Franti ad un più degno comportamento: “Il direttore guardò dritto Franti, in mezzo al silenzio della classe, e gli disse con accento da far tremare: -Franti tu uccidi tua madre!- Tutti si voltarono a guardare Franti. E quell’infame sorrise” (E. DE AMICIS, Cuore, ). Siamo ancora in presenza di un “bastardo dentro” un ragazzo malvagio, ritenuto irrecuperabile nella sua devianza, a nessuno viene il sospetto che il sorriso celi un disagio, una paura, un senso di inadeguatezza? La DS Lina Pellegatta AGGIORNAMENTO INTERNO: PROBLEMI DISCIPLINARI Anno scolastico 2013 -2014 Classe – Coordinatrice di classe L’alunno (Omissis). ha manifestato, fin dal’inizio dell’anno scolastico una certa insofferenza nei confronti del regolamento di istituto e, in generale, delle più elementari regole di comportamento civile, affrontando gran parte dei docenti della classe in maniera irrispettosa e arrogante. Avendo capito che lo studente è dotato di ottime capacità intellettive e ritenendo fondamentale instaurare con lui un dialogo proficuo, dopo l’ennesimo episodio di indisciplina e previo accordo con la Dirigente Scolastica, mi sono assunta l’onere, in qualità di coordinatrice della classe, di “parlare” con lo studente ogni giorno per monitorare il suo comportamento e le sue reazioni in determinate situazioni. L’iniziativa è stata resa nota agli altri componenti il C.d.C. che hanno cercato di sostenermi nell’iniziativa, cercando di smorzare tutti i tentativi di polemica e di scontro aperto cercati dal ragazzo. L’iniziativa è stata comunicata alla famiglia tramite lettera. La durata dell’intervento avrebbe dovuto essere di un mese circa. Purtroppo l’intervento non ha avuto gli effetti sperati: solo in alcuni rari casi sono riuscita ad avere un dialogo positivo con lo studente, che manifesta una personalità piuttosto problematica e che tende a vedere sempre l’”ingiustizia” in ogni situazione e tutte le azioni degli insegnanti come prevaricazioni. All’ennesimo grave episodio verificatosi durante un’ora di lezione è stato convocato un C.d.C. straordinario e lo studente è stato sanzionato con una sospensione dalle lezioni senza frequenza della durata di 5 giorni. Non è stato preso in considerazione nessun provvedimento sanzionatorio alternativo, visto che al ragazzo era già stata offerta una possibilità senza nessun risultato positivo. In seguito alla comunicazione della sanzione allo studente e alla famiglia, sembra, al momento, che lo studente abbia deciso di cambiare atteggiamento, tenendo un comportamento più controllato e più rispettoso nei confronti del personale docente. La coordinatrice. AGGIORNAMENTO INTERNO: PROBLEMI DISCIPLINARI Anno scolastico 2013 -2014 Classe 2Q PROBLEMATICA La classe 2 Q del corso IeFP (Operatore dell’abbigliamento) ha evidenziato criticità particolari fin dalla sua formazione iniziale, nell’anno scolastico 2012-13. Quasi metà della classe è costituita da ragazzi stranieri di nazioni diverse (Marocco, Ghana, Senegal, Romania, Bosnia, Albania) e questa circostanza ha in parte contribuito ad alimentare conflitti, litigi e difficoltà nelle relazioni. Non sono mancati gli atteggiamenti poco tolleranti verso idee e punti di vista diversi (lo scorso anno la classe risultava addirittura suddivisa in raggruppamenti per etnie).Quasi tutti gli alunni italiani hanno d’altro canto mostrato un approccio problematico nei confronti della scuola e in generale dell’istruzione. La classe non si è distinta per episodi eclatanti e gravi, ma si è rivelata ingestibile anche per la chiara fragilità emotiva mostrata da molti soggetti. La maggior parte degli alunni si è evidenziata per scarse capacità di concentrazione, insofferenza verso le regole elementari di comportamento, poco autocontrollo, atteggiamenti spesso aggressivi nei confronti degli insegnanti. Ma sono stati soprattutto gli atteggiamenti di sfida e di provocazione rivolti ai docenti ad impedire per un lungo periodo l’instaurarsi di un dialogo educativo soddisfacente e a rendere comunque difficile la gestione delle lezioni. INTERVENTO La partecipazione ad un Master universitario dedicato alla Formazione Professionale ha offerto a due docenti del Consiglio di Classe la possibilità di ‘sperimentare’ alcune procedure operative nel tentativo di riorganizzare parzialmente i percorsi didattici di questa classe. E’ stato proposto un progetto interdisciplinare nelle ore di Storia dell’Arte e di Tecnologia Tessile articolato in due parti: una prima fase sarebbe stata dedicata alla sperimentazione di strategie di carattere didattico, una seconda all’esecuzione di un manufatto. La Dirigente aveva suggerito di considerare prioritario l’intreccio tra l’apprendimento in aula e il mondo del lavoro e di pensare ad un ‘progetto pratico’, che è stato quindi preceduto da una serie di interventi specifici durati alcuni mesi. RELAZIONE DIALOGATA/APPELLO DELLE EMOZIONI ( Professoresse Sona Giuliana e Piubello Valentina) L’attenzione alla dimensione socio-affettiva ed emotiva degli alunni può dare avvio a procedure particolarmente interessanti per migliorare le relazioni all’interno della classe. Attraverso metodologie fondate sull’affettività l’alunno è spinto a prendere consapevolezza dei propri sentimenti e delle emozioni, ad esprimerli in maniera adeguata e a limitare gli atteggiamenti di sopraffazione e prevaricazione. Tra gli interventi più significativi proposti dai teorici della ‘Didattica delle emozioni’ vi è l’‘appello delle emozioni’. Al momento dell’appello all’inizio della lezione viene chiesto allo studente di esplicitare il proprio stato emotivo (o umore personale) mediante un punteggio numerico da 1 a 10. Gli stati d’animo negativi corrispondono a valori bassi, quelli positivi a valori alti. Il punteggio è annotato dal docente e dopo un mese egli propone una riflessione sulla rilevazione. La procedura induce alunni e insegnanti ad uno scambio di osservazioni che riguardano il sentire interiore, ma soprattutto dà avvio a dinamiche relazionali differenti tra alunni e docente e tra gli alunni stessi. Questa proposta è stata accettata di buon grado dagli alunni della 2 Q, desiderosi di mettersi in gioco e sostanzialmente curiosi. Quando è giunto il momento delle riflessioni non ci sono stati atteggiamenti derisori o battute fuori luogo, i più estroversi hanno commentato brevemente i loro voti e talvolta scherzosamente anche quelli di qualche compagno, altri si sono mostrati riservati. L’aspetto più interessante è però che ha avuto inizio un comportamento diverso e più rispettoso dei ragazzi nei confronti dei docenti, con momenti di dialogo costruttivo che ha permesso in tante occasioni di risolvere problemi e criticità. E’ stato importante per i docenti gestire sempre correttamente queste fasi delicate, limitando atteggiamenti eccessivamente confidenziali. COINVOLGIMENTO DEI LEADER NEGATIVI ( Professoressa Sona Giuliana) La presenza di leader negativi rappresenta uno dei nodi critici delle classi dei corsi professionali e degli indirizzi IeFP. Si tratta di allievi che attraverso atteggiamenti di sfida continui possono trasformare l’anno scolastico di una classe in un percorso faticosissimo e frustrante, sia per i docenti che per i compagni. La relazione dialogata, la mediazione, lo spazio destinato all’ascolto possono talvolta rivelarsi più efficaci del rigore e del braccio di ferro. Il leader negativo, desideroso di rimanere sempre al centro dell’attenzione, può essere assecondato e incaricato di dare contributi pratici (di solito si rivela abilissimo, ad esempio, nell’azionare il telecomando difettoso della tv…). Possono funzionare altri percorsi strategici, ad esempio l’isolamento del leader attraverso interventi che interrompono i suoi legami con il piccolo gruppo dal quale solitamente è circondato e supportato. Il leader diventa ininfluente e poco interessante se i compagni sono coinvolti in lavori gratificanti ai quali spesso egli si rifiuta di partecipare. Certamente l’attenzione e il tempo dedicato ai leader negativi, passato cercando di individuare la strategia più adatta al momento, sono stati importanti anche in 2 Q. Spesso la gestione delle lezioni è stata agevolata dagli atteggiamenti più concilianti e pacati di questi allievi. DIVISIONE IN GRUPPI DI LAVORO ( Professoressa Piubello Valentina) L’occasione di un progetto da pensare nelle aule e nei laboratori della 2Q mi ha permesso di simulare un’esperienza lavorativa pratica, così come può accadere in un’azienda, dove gli studenti sono i clienti fruitori del servizio scolastico. In una classe ci sono individui diversi con incertezze da sostenere, pertanto è importante discernere utilizzando più strumenti: l'osservazione, la ricerca, la riflessione i potenziali cognitivi e gli stili d'apprendimento di tutti. In questo modo si riescono a pianificare e a gestire gli interventi formativi nel rispetto delle potenziali diversità di ognuno, alunno BES compreso, orientandosi ad una didattica di potenziamento e di sviluppo dell'autonomia. In base ad alcuni temi proposti, si è deciso con la classe e le insegnanti di produrre quattro borse che raffigurassero attraverso immagini, ricami, dipinti e intrecci le loro nazionalità. Nella mia materia ho tenuto delle lezioni frontali dove ho spiegato il concetto di filato, ho mostrato loro vari fili fantasia da torsione e da colore, ponendo le basi sulle quali poi lavorare in gruppo, per esempio facendo eseguire semplici intrecci per creare diversi motivi, o mettendo a disposizione strumenti come l’uncinetto e i “ferri della maglia” per creare elaborati più complessi. Nelle lezioni con la professoressa Sona invece hanno avuto modo di studiare in modo più approfondito determinati motivi vegetali e astratti, sempre legati alle loro nazionalità attraverso anche il confronto di opere d’arte. Nonostante non avessimo orari comuni, ci siamo trovate a collaborare attivamente grazie allo spirito propositivo della collega che si fermava oltre il suo orario per stare in classe con me e gestire questo progetto. Abbiamo dunque diviso in quattro gruppi la classe. Tali gruppi sono stati composti da noi insegnanti volutamente, proprio per superare il primo ostacolo, quello cioè di imparare a collaborare tra persone “diverse” per cultura, e caratteristiche personali. All’inizio è stata molto dura, poiché numerose erano le problematiche interne alla classe: discriminazioni tra loro, incompatibilità di caratteri etc.. Con la collega perciò si è pensato di utilizzare il metodo “dell’appello delle emozioni” che ha riscosso molto successo. IL PROGETTO PRATICO ( Professoressa Piubello Valentina) Dopo l’appello ( che si faceva ad ogni lezione) la prima fase del lavoro è stata quella di studiare alcuni aspetti dei diversi Paesi attraverso lo strumento della LIM. Durante la proiezione la classe si confrontava sui vari costumi tipici, i colori dei tessuti, i motivi decorativi, i paesaggi delle loro nazioni. Successivamente ciascun allievo all’interno del proprio gruppo raccontava ai compagni le caratteristiche che voleva far emergere della propria nazione. Il mio compito era ascoltare in ciascun gruppo il confronto tra loro, cercando di far approfondire eventualmente gli aspetti lasciati in sospeso. La seconda fase è stata quindi quella di creare un Mood sul quale ciascun gruppo incollava tutto il materiale ( fili, tessuti, immagini..) che aveva scelto assieme e che caratterizzava i paesi di provenienza. Questa fase di ideazione del progetto è stata più difficile in quanto erano costretti a mettersi d’accordo sugli elementi da usare. Noi insegnanti comunque osservavamo in disparte, perché l’idea era quella di farli lavorare in gruppo cercando di superare le divergenze che venivano a crearsi; questo metodo serviva per ricordare loro che nel mondo del lavoro non si possono scegliere i colleghi con i quali lavorare, abituandoli al lavoro cooperativo tipico all’interno di una azienda. Ci sono stati vari episodi significativi che hanno richiesto un nostro intervento: un’ alunna ha avuto un confronto diretto e acceso con le compagne perché dimenticava spesso il materiale a casa sul quale il gruppo doveva lavorare e il secondo ha visto protagonista un’allieva che emergeva in modo preponderante come figura di leader e pretendeva di dettare legge. Il terzo gruppo non riusciva a distribuire i compiti tra le compagne e così un’ alunna lavorava più delle altre; infine il quarto gruppo aveva al suo interno una ragazza certificata e le compagne non volevano assegnarle nessuna mansione ed erano restie ad accettare l’altro come “diverso”. Per superare tutti questi conflitti ho trovato opportuno invitare la classe a riflettere sulla dignità della persona e sul rispetto per la diversità. Ho notato come l’aver affrontato apertamente la discussione, ha fatto in modo di smontare punto dopo punto le perplessità delle ragazze nei confronti della ragazza certificata, e la stima che avevano di me le ha portate ad aprire i loro orizzonti ideologici e culturali. Inoltre ho spiegato il senso di lavorare in cooperazione, l’importanza dei ruoli all’interno di un gruppo, il senso di lavorare per un obbiettivo comune. Per spronarle ho dato loro delle scadenze per questo progetto e ho esplicitato i parametri di valutazione: Come avevano lavorato assieme all’interno del gruppo Il loro contributo e apporto personale nella realizzazione del prodotto finito Quanto la borsa finita rappresentava l’idea del progetto iniziale. A questo punto forti del loro orgoglio e minacciate dal rischio di una votazione negativa hanno iniziato a collaborare in modo proficuo. Si sono suddivise i compiti: c’era chi disegnava il motivo decorativo, chi ricamava, chi cuciva la borsa, chi intrecciava i fili e sono riuscite ad organizzarsi anche in termini di tempistiche; e questo è un aspetto molto importante all’interno di un’azienda. Il giorno della consegna erano esauste perché avevano lavorato molto ma erano anche molto orgogliose di loro stesse e soddisfatte dell’esperienza vissuta. Nel vedere però le quattro borse, dalle nazionalità diverse così ben evidenziate ho chiaramente manifestato il mio entusiasmo per il buon lavoro svolto. Ricordo che il giorno dopo sarebbero andate a svolgere l’attività dello stage e perciò avrebbero saputo il voto finale solo al rientro a scuola. Al loro rientro però ho fatto trovare esposte nella vetrina della nostra scuola il loro progetto ( i mood e le borse) in modo che tutti i loro compagni, professori e la Preside potessero apprezzare il loro prodotto. Parlandomi della loro esperienza allo stage, ma anche leggendo i loro diari di bordo, mi hanno dato prova di quanto avevano appreso attraverso questo progetto e le loro emozioni erano di sincera gratitudine verso la sottoscritta e la professoressa Sona. Le mie alunne erano cambiate in modo positivo, perché i dialoghi affrontati in classe e il lavoro del cooperative learning li avevano fatte maturare e di fronte a colleghi nuovi in azienda/sartoria sono riuscite a rapportarsi in maniera educata, civile e rispettosa. Anche i tutor delle sartorie/aziende mi hanno dato un riscontro inaspettato, sono rimasti colpiti dall’entusiasmo di questi giovani per il lavoro e contro ogni previsione hanno dimostrato di avere voglia di imparare e di mettersi in gioco. EFFETTI DELL’INTERVENTO Le criticità dello scorso anno appaiono in parte superate e si avverte un lento processo che sta portando alla formazione di un gruppo più coeso. La maggior parte della classe mostra ancora un limitato interesse per lo studio, con una ridotta capacità di concentrazione specialmente nelle discipline teoriche. Sono emerse tuttavia le alte potenzialità umane di questi alunni (a rafforzare la convinzione che la gestione di una classe IEFP richieda strategie e approcci disciplinari diversi rispetto a quelli dei corsi tradizionali). E’ mutato l’atteggiamento degli alunni, che si rivolgono ad alcuni docenti in modo più conciliante e disponibile e che hanno imparato ad essere attenti e solidali con i compagni. Permane talvolta un atteggiamento ostile (e quindi scorretto) verso alcuni docenti e non mancano occasioni nelle quali la classe, lontana dagli sguardi di chi si è impegnato in prima persona con il progetto, prova a dare ancora il peggio di sé. Questo fatto conferma che tali interventi devono essere riproposti nel tempo, in modo da alimentare un dialogo continuo, finalizzato alla formazione di adulti responsabili e rispettosi dell’ambiente e delle persone con le quali dovranno interagire nell’ambito lavorativo. DOCENTI PROMOTORI Prof.ssa Giuliana Sona ( Storia dell’Arte) Prof.ssa Valentina Piubello (Tecnologia Tessile) AGGIORNAMENTO INTERNO: PROBLEMI DISCIPLINARI Anno scolastico 2013 -2014 Intervento di uno psicologo, esperto esterno Dott.ssa Arianna Dilonardo (tirocinante presso il Punto Ascolto per il Disagio Scolastico e il Bullismo di Verona. Responsabile dott.ssa Giuliana Guadagnini) In tutte e tre le classi la modalità utilizzata è stata quella dell’ascolto e del confronto. Per tutte è stata una possibilità di sfogo/confronto che qualcuno più di qualcun altro riteneva assolutamente necessaria. Spiegando anche a loro che certamente non si sarebbe giunti ad un totale cambiamento della situazione, l’avere delle possibili soluzioni al termine del percorso avrebbe certamente facilitato il compito di scelta; quest’ultima sarebbe stato il loro passo verso una maggiore maturità. La maggior parte di loro è stato particolarmente sensibile a questo passaggio, anche chi esternamente appariva più oppositivo di altri; è necessario che vengano stimolati nel tempo a comprendere che quella è la scelta migliore. Classe 1F nonostante alcuni siano apparsi disinteressati ad individuare anche solo gli obiettivi che ci saremmo posti sin dal primo incontro, una parte ristretta della classe è apparsa volenterosa nell’affrontare le maggiori problematiche che li interessano a livello di gruppo classe.Loro apprezzano assolutamente l’autorevolezza di alcuni insegnanti, indentificandola come un ottimo “metodo” per mantenere l’attenzione e l’interesse alla lezione.L’attenzione e la partecipazione sono state tuttavia altalenanti in tutti gli incontri, giustificando tale alternanza con “la voglia che qualcosa cambi” ma la contemporanea rassegnazione che “tanto è così e non cambierà mai”. Li ho quindi condotti a ragionare sul loro atteggiamento nei confronti degli insegnanti e nell’importanza che ha questo nell’acquisire la fiducia di questi ultimi. Concordi su questo punto di vista, mi porteranno le loro riflessioni in merito nell’ultimo incontro. Infine, consapevoli anche di un loro errato comportamento durante diverse lezioni, faticano a comprendere l’importanza dell’apprendimento, ponendosi come unico obiettivo quello di arrivare alla fine per ottenere il diploma. Mentre alcuni di loro sono disposti all’autocritica e alla riflessione, altri attirano l’attenzione su di sé con atteggiamenti ben poco rilevanti al fine del contenuto ce si stava affrontando: la volontà dei primi è riuscita più volte a sminuire gli interventi fuori luogo di altri, ed è tale comportamento che deve essere rinforzato. Classe 2B classe perlopiù partecipe, riflessiva (per la maggior parte dei componenti) e anche critica nei propri confronti (“comunque non possiamo lamentarci dei professori se noi non studiamo”…). Similmente alle altre due classi, riconoscono come positiva e motivante l’autorevolezza di alcuni insegnanti, per contro non condividono il disinteresse alle loro richieste di altri.Sono anche loro molto critici in merito allo studio: sono consapevoli di non potersi lamentare di materie dove se si studia i risultati si ottengono; vorrebbero però che alcuni insegnanti fossero più disponibili ad accogliere loro difficoltà. Nel farli riflettere sull’importanza del loro atteggiamento non solo verso la scuola, ma anche verso gli insegnanti, hanno compreso dialogando prima tra di loro, e poi con me sull’effettiva volontà di modificare il comportamento, rendendolo più maturo e rispettoso: cosa peraltro riferitami da un’insegnante. È una classe molto riflessiva quando la si lascia libera di porre i propri problemi e di riflettere sulle possibili soluzioni. Dal parlare perlopiù degli altri, sono passati a riflettere assieme su loro stessi, sui loro atteggiamenti/volontà/obiettivi. Il dialogo è per loro un’ottima chiave di confronto e rispetto. Il problema più marcato è rinvenibile nel rapporto tra di loro, spesso scontroso e talvolta poco rispettoso degli uni verso gli altri: hanno alternato momenti di consapevole riflessione e autocritica a momenti di rassegnazione nella convinzione che nonostante l’impegno di ognuno se tutti non cambiano sarà sempre così. Sarebbe fondamentale porre in risalto i comportamenti adeguati, facendo capire che si è sempre ben disposti a valutarli positivamente qualora il loro comportamento lo meritasse: vi è spesso la convinzione che “tanto ormai è cosi e non cambia anche se ci impegniamo”. Classe 2C per coloro che hanno sempre partecipato attivamente agli incontri, ho potuto riscontrare un forte interesse verso la risoluzione dei problemi e altresì un’ottima capacità di comprendere e talvolta difendere i compagni che in diversi momenti esternavano un loro disappunto e talvolta disagio. Hanno un’ottima capacità di discernere ciò che è giusto o sbagliato da ciò che può essere la simpatia verso un compagno o meno: hanno saputo riconoscere l’eccesso in alcune prese in giro, ad esempio, rivolte ad altri così come l’eccessiva marcatura di altri in comportamenti che erano per loro evidentemente scherzosi. In tal senso c’è un buon rapporto tra i componenti della classe, di aiuto e rimprovero quando necessario. Per quanto riguarda l’atteggiamento verso gli insegnanti si è discusso anche qui sul loro rispetto verso la figura autorevole e la necessità che questo avvenga come norma. Risentono, e riprendono direttamente alcuni compagni qualora con i loro comportamenti mettono in difficoltà l’intera classe. A parte casi isolati, il confronto, in mia presenza, è apparso più che possibile e fruttifero. Nell’ultimo incontro si è riusciti a fare un’ottima riflessione e, da loro stessi, è sorta la volontà di cambiare atteggiamento, come segno di una personale maturità. AGGIORNAMENTO INTERNO: PROBLEMI DISCIPLINARI Anno scolastico 2013 -2014 classe I sez. A docenti coinvolti: Consolini, Forte, Gardin, Lunardon, Pasqualini Analisi della situazione: l’ alunno M.F. ha evidenziato nel corso del trimestre un comportamento problematico caratterizzato da momenti di ipercinetismo alternati ad atteggiamento passivo con astrazione dalla realtà, incapacità di controllare le proprie reazioni e le proprie parole seguita da mortificazione e ammissione di sapere che il proprio comportamento è scorretto, ma di non sapersi fermare. Numerose note disciplinari hanno portato ad un primo provvedimento di sospensione, che però non ha sortito un ridimensionamento e non ha quindi risolto i problemi. Il ragazzo ha accettato il consiglio di rivolgersi al CIC, ma il servizio di consulenza scolastica non è sembrato sufficiente, sebbene alcuni docenti abbiano notato un miglioramento sia nel comportamento che nell’ andamento scolastico, specialmente dove si è riuscito ad instaurato un dialogo o un confronto forte. Purtroppo dopo la sospensione di dicembre si sono verificati altri episodi di intemperanza, tra cui due scontri particolarmente gravi con due docenti, che sono state apostrofate con parole volgari e si sono sentite minacciate dallo studente. Unitamente all’ attribuzione del 5 in condotta è stato quindi preso un ulteriore provvedimento di sospensione. Nel frattempo dai colloqui con la famiglia è emersa una situazione analoga anche nell’ ambiente domestico, segno evidente di un effettivo disagio, per cui si è consigliato di rivolgersi ad uno psicologo esperto nella motivazione allo studio e nei problemi di relazione con gli adulti. Parallelamente, in accordo con la famiglia, si è spedita una relazione al servizio di neuropsichiatria infantile, per cercare di predisporre un sostegno psicologo e contemporaneamente cautelare i docenti, che erano entrati maggiormente in contrasto con il ragazzo. Altre intemperanze hanno portato alla convocazione straordinaria del CdC, per discutere l’ ennesimo provvedimento disciplinare. Al consiglio di classe erano stati invitati anche il papà e lo psicologo, che si è riservato di predisporre una relazione e venire a parlare con i docenti, non appena completata la diagnosi. Il papà di M. ha riferito i primi risultati delle osservazioni, sottolineando che lo psicologo ha sconsigliato le sospensioni, che non servono in presenza di tali patologie, per cui il CdC ha convertito il provvedimento in una sorta di servizio sociale nei dieci giorni di allontanamento dalla classe. Il Vicepreside Gardin, che era presente alla riunione ed era al corrente di tutta la situazione, avendo parlato sia con i docenti che con i familiari, si è offerto di contattare il centro Caritas-San Vincenzo, che aveva già accolto due ragazze della scuola, nelle quali l’ esperienza ha prodotto un cambiamento positivo. Nei primi giorni M. ha anche aiutato a riordinare gli armadi e a svolgere piccoli lavori d’archivio in Segreteria, dimostrandosi collaborativo ed efficiente. È stato inoltre predisposto, nel periodo precedente e successivo alla sospensione, un “sostegno” interno basato sulla disponibilità di alcuni docenti (Proff. Consolini e Gardin) e sulle compresenze (Prof.sse Forte e Pasqualini), per affiancare l’ alunno in classe ed aiutarlo a comportarsi correttamente e mantenere la concentrazione nelle ore dei docenti, con cui è passivo od ostile. Poiché dopo la scuola M. va a lezione di matematica, si è inoltre suggerito alla famiglia, di farlo uscire in anticipo, se tali ore coincidono con l’ ultima e quel giorno ha già lezione privata. Risultati ottenuti: questa modalità di intervento ha permesso che M.F: maturasse la consapevolezza, che il provvedimento era stato preso per il suo bene e non serviva solo per allontanarlo e stare tranquilli in classe senza di lui. Inoltre dopo la prima reazione di rifiuto, compresa la volontà di non frequentare più a scuola, ha accettato serenamente la punizione e ha apprezzato l’ esperienza proposta. Per la prima volta, grazie al nostro aiuto, la famiglia è riuscita a gestire l’ intemperanza di M. ed .a rivolgersi ad uno specialista, per trovare una soluzione ai suoi problemi. Ad altri alunni (A.B. e S.G.), che non hanno patologie particolari, sono state date le stesse sospensioni, soprattutto per la reiterazione di alcuni atteggiamenti scorretti (ritardi e assenze ingiustificati, risposte villane a docenti e personale ATA), proprio per renderli responsabili e far maturare in loro la consapevolezza, che rischiavano di perdere l’ anno a causa del loro comportamento maleducato. Al rientro in classe si sono dimostrati più responsabili, ma nel periodo di sospensione si sono sentiti rifiutati e questa sensazione non è mai una cosa positiva, specialmente se abbinata all’ idea che le sospensioni sono funzionali alla bocciatura per 5 in condotta. Molto più utile è quindi in ogni caso un percorso di “riabilitazione”, sia all’ esterno in collaborazione con associazioni di volontariato come la Caritas e la Fevoss, che all’ interno della scuola, vista la difficoltà di mandare più di una persona alla volta in un centro, aiutando i collaboratori a pulire il giardino o la palestra. o svolgendo facili lavori di segreteria. Le Docenti Domenica Consolini, Maria Teresa Forte e Lucia Lunardon AGGIORNAMENTO INTERNO: PROBLEMI DISCIPLINARI Anno scolastico 2013 -2014 CLASSE 2 B: INTERVENTI SANZIONATORI ALTERNATIVI Nella classe 2 B, in generale problematica e con molte criticità, anche personali, sono state applicate, in un primo periodo, delle sanzioni disciplinari sospensive ad alcuni alunni, tra cui M.T. e varie note disciplinari anche ad un ragazzo, F.A. ,certificato per disturbi del comportamento e dell’attenzione. Avendo poi i due alunni continuato a tenere comportamenti scorretti si è proceduto nel seguente modo. M.T., alunno polemico, spesso con poco autocontrollo ma sensibile e capace di riflettere se non preso di petto ,dopo una prima sanzione sospensiva senza obbligo di frequenza applicata dopo numerose note per disturbo in classe e in generale non rispetto delle regole, sanzione che ha portato il voto di condotta del primo trimestre a sei, ha ,all’inizio del secondo pentamestre, offeso pesantemente una docente durante un’ora di supplenza in classe. Con l’accordo del consiglio di classe, della Dirigente e della madre dell’alunno, si è deciso che l’allievo per quindici giorni dovesse arrivare a scuola alle 7 e 45,attendere il pulmino dei disabili e quindi aiutare il personale della scuola ad accompagnare in classe una ragazza in carrozzina e a sistemarle i libri. Ciò con il consenso dell’alunna disabile alla quale è stato preventivamente riferito della collaborazione dell’alunno con le collaboratrici scolastiche. Il ragazzo è stato sempre puntuale e devo dire molto gentile e sensibile nei confronti dell’allieva disabile. Devo anche rilevare però che il miglioramento nei mesi successivi è stato minimo, ma se non altro ha portato ad un buon rapporto di collaborazione con la famiglia di M. Tale intervento “alternativo”, come il successivo ,è stato elaborato confrontandomi con la Dirigente Scolastica e con tutti i colleghi del consiglio di classe. Riguardo all’altro alunno F.A. , come si diceva sopra certificato per disturbi dell’attenzione e del comportamento, la sanzione alternativa è stata applicata a causa di un allontanamento non giustificato dall’edificio scolastico. Il ragazzo capisce bene le regole, ma il suo disturbo lo porta spesso a trasgredire con ritardi ,assenze non giustificate, disattenzione, poco autocontrollo in classe. Dopo numerose note, l’episodio di cui sopra ci ha portato ad applicare una duplice sanzione : la sospensione di tre giorni con obbligo di frequenza e l’”assistenza “per una settimana ad una alunna disabile ,con le stesse modalità attuate con l’alunno M.T. La prima sanzione è stata applicata necessariamente per legittimare le norme che disciplinano il regolare andamento della vita dell’istituto scolastico, e anche per non trasmettere un messaggio di impunità e deroga per la classe. Per quanto riguarda l’intervento alternativo, affinchè la sanzione sospensiva con obbligo di frequenza potesse avere anche valenza educativa di recupero, si è appunto stabilito l’impegno di F.A. di assistere nell’entrata a scuola una ragazza disabile, ovviamente sotto controllo del personale scolastico. Dopo aver parlato con la madre di F.A., d’accordo con il provvedimento , e a lungo con il ragazzo, sempre seguito dal docente di sostegno prof. Fresta, che si tiene in costante contatto con la madre dell’alunno, e aver ricevuto la ”parola d’onore “di F .di rispettare l’impegno preso, la sanzione è stata applicata dal 7 al 12 aprile purtroppo con scarsi risultati. Solo due giorni l’alunno è arrivato puntuale e ha adempiuto l’impegno, negli altri è arrivato in ritardo con scuse poco plausibili e nonostante la promessa non è riuscito a rispettare le regole che erano state decise. La sanzione è stata decisa confrontandomi con il consiglio di classe e in particolare con il docente di sostegno prof. Fresta. La coordinatrice, Maria Teresa Laita AGGIORNAMENTO INTERNO: PROBLEMI DISCIPLINARI Anno scolastico 2013 -2014 CLASSE 1C: INTERVENTI SANZIONATORI E PATTO CON LE FAMIGLIE 1.Descrizione del problema (stralcio della relazione della classe per gli scrutini del primo trimestre): Alla fine del primo trimestre, la situazione della classe 1 C risulta molto problematica sia sotto il profilo del profitto, sia sotto quello del comportamento. Per quanto riguarda il profitto, nonostante i programmi svolti finora siano per molte discipline al loro stadio iniziale, le insufficienze sono diffuse e, in molti casi, anche gravi: 11 in Storia, Inglese e Informatica, 13 in Matematica e 17 in Scienze, solo per citare i casi più eclatanti. Particolarmente pesante la situazione di una materia d’indirizzo come Tecniche professionali e dei servizi commerciali con 18 insufficienze, la maggior parte delle quali gravi o molto gravi. 13 persone presentano quattro o più materie insufficienti. La principale ragione di una tale preoccupante situazione risiede nella quasi totale assenza di studio e impegno scolastico, poiché le potenzialità della classe in termini intellettivi possono considerarsi nella media, o in certi casi anche buone. Il profitto diffusamente negativo è quindi essenzialmente legato ad un comportamento immaturo e poco responsabile, fatte salve alcune encomiabili eccezioni di alunni che però cominciano a risentire del clima teso. Le assenze[1] e i ritardi sono cresciuti di numero e intensità a mano a mano che le richieste della scuola aumentavano: il mese di dicembre la classe non è mai stata presente al completo, rendendo estremamente difficile raccogliere il numero di voti minimo per lo scrutinio. Le assenze programmate in occasione di interrogazioni o compiti in classe sono all’ordine del giorno. Sono state inviate 4 lettere in cui si comunicava alla famiglia l’elevato numero di assenze, mentre altre 4 famiglie sono state avvisate telefonicamente. Moltissimi i richiami e le note disciplinari. Una porzione notevole della classe non è ancora in grado di portare a scuola il materiale necessario e/o di gestire in autonomia il diario e gli impegni scolastici. Un episodio particolarmente grave ha riguardato due alunne che si sono assentate da scuola senza permesso nel giorno in cui erano sospese con frequenza obbligatoria per comportamento gravemente scorretto. Il personale ATA ha più volte richiamato la classe per il disordine e la sporcizia dell’aula. In più occasioni mi sono stati segnalati dai colleghi del C.diCl., ma anche da supplenti episodi di sfacciata maleducazione. In generale, quindi, la didattica è fortemente penalizzata dalla scarsa o nulla collaborazione della classe, nonostante i frequenti appelli ad una maggior responsabilità e i seri provvedimenti disciplinari che sono stati adottati dalla Dirigente e dal Consiglio di classe. Solo un radicale cambiamento nell’atteggiamento della classe verso lo studio e i professori renderà possibile un normale proseguimento dell’attività scolastica. 2.INTERVENTI (evidenziati in rosso) Il C.d.C. decide per il 5 in condotta e la sospensione di A.P. e R.B. per 15 giorni senza obbligo di frequenza, per essersi allontanate da scuola senza permesso. In quell’occasione la coordinatrice aveva allertato la questura, trattandosi di minori. Conversione della sospensione delle due alunne in un programma di volontariato (vd. ALLEGATO 1). Intervento continuativo dello sportello di ascolto psicologico, con incontro del consiglio di classe con lo psicologo dott. Vighi e dell’assistente sociale. Sono state coinvolte pure le famiglie delle alunne A.B., R.B., M.D., anche per il sospetto di uso di sostanze alcoliche e stupefacenti. Consigli di classe del 12 marzo 2014 A marzo la situazione non solo non è migliorata, ma al contrario risulta gravemente peggiorata. L’impressione è che si siano creati degli strani meccanismi di pressione psicologica e/o bullismo da parte di alcuni studenti che impediscono ai compagni di emergere con la voglia di riscatto. Il risultato è che nelle prove di recupero delle insufficienze del primo trimestre le valutazioni sono gravemente carenti, se non quasi nulle, per una porzione molto ampia della classe. Circa metà della classe, infatti, presenta una situazione di elevato rischio di non promozione. Il consiglio di classe decide pertanto l’invio di parecchie lettere di comunicazione alle famiglie di un profitto scarso. Inoltre, la classe è sempre più ingestibile e si verificano gravi episodi, tra i quali: danni all’aula (muri imbrattati; tentativo di dar fuoco ad un banco filmando la scena con il telefonino; manomissione del crocifisso che – riferiscono alcuni – è stato smembrato e gettato nella spazzatura, il tutto filmato e postato su Facebook); gravissimi episodi offensivi e lesivi della dignità personale ai danni delle due supplenti della collega Zatti: lancio di oggetti (assorbenti e gomme), tentativo di mettere un sacchetto in testa ad una delle due docenti per filmare la scena; caricatura della docente alla lavagna accompagnata da una grave bestemmia scritta; insulti volgari ed espliciti; episodi di bullismo/cyber bullismo fra compagni; riferito uso di alcol e sostanze stupefacenti; episodi di contravvenzione al divieto di fumo nei locali della scuola (è stata comminata una multa secondo le disposizioni vigenti); furti in classe di somme di denaro; boicottaggio sistematico delle lezioni di alcune discipline; costante mancanza del materiale didattico e del lavoro domestico; innumerevoli assenze e ritardi strategici. Vista la gravità della situazione, il C.d.C. decide per la sospensione di 12 studenti, da 3 a 15 giorni, senza obbligo di frequenza. Tuttavia, di fronte ad una situazione così devastante, umiliante e al conseguente senso di impotenza, un paio di docenti hanno sentito il bisogno di provare a fare qualcosa di diverso da un provvedimento meramente punitivo: un tentativo in extremis di recuperare quanto possibile, facendo leva sulla possibilità di concludere l’anno scolastico in modo diverso. I due docenti hanno coinvolto i colleghi per convertire le sospensioni senza obbligo di frequenza in sospensioni con obbligo di frequenza, per consentire il recupero sul piano dell’impegno profitto. Si è pensato di dare un messaggio di speranza in un cambiamento concreto, ancora possibile almeno per un certo numero di studenti. I docenti hanno quindi concordato con la dirigente scolastica il progetto “Salva 1 C”, che ha coinvolto gli alunni e le loro famiglie. I genitori sono stati contattati uno per uno telefonicamente per sollecitare la partecipazione all’incontro straordinario a scuola in orario pomeridiano il giorno 24 marzo 2014. All’incontro erano presenti le famiglie di 26 alunni su 28. In tale sede è stata illustrata la drammatica situazione della classe e sono state proiettate delle slides con spunti di riflessione sull’importanza della scuola e della collaborazione tra scuola e famiglia (vd. ALLEGATO 2). Infine, è stato firmato da tutti i presenti il Patto per l’impegno (vd. ALLEGATO 3). 3.EFFETTI DELL’INTERVENTO L’incontro con i genitori è stato sicuramente positivo, perché si sentiva l’esigenza di una rete che tra la scuola e le famiglie. Ci siamo resi conto che alcune famiglie non erano al corrente delle problematiche della classe. Molti genitori ci hanno dimostrato riconoscenza. A livello di consiglio di classe, tuttavia, l’interpretazione dei risultati non è univoca: chi ha promosso il progetto tende a vederne gli effetti positivi (in particolare, un cambiamento nell’atteggiamento), mentre altri docenti sottolineano la sostanziale inutilità di tale intervento e rimangono dell’idea che si sarebbe dovuto mantenere un atteggiamento punitivo. 4.DOCENTI PROMOTORI DELL’INIZIATIVA: prof.ssa Carola Gozzi (coordinatrice) e prof.ssa Marta Galvani (matematica) ALLEGATO 1: Alla cortese attenzione della Dirigente Didattica Lina Pellegatta, della sig.ra Nadia Testi, Presidente della Casa di Carità, del C.d.C. della 1 C e della famiglia Xxxx OGGETTO: Programma di volontariato sostitutivo del provvedimento di sospensione c/o San Vincenzo di Via Pratosanto, Verona ALUNNA: B. R. In seguito al colloquio tra i genitori della famiglia dell’alunna con la Dirigente Scolastica e la Coordinatrice di classe, tenutosi in data 25/1/2014, si è giunti al comune accordo di commutare la sospensione di 10 giorni dell’alunna - decisa dal Consiglio di Classe per comportamenti gravemente scorretti e contrari al Regolamento di Istituto – in un’attività di volontariato di utilità sociale, nella speranza che una tale esperienza a contatto con una realtà difficile della nostra città aiuti R. a prendere coscienza dell’importanza di assumere un atteggiamento corretto, collaborativo e responsabile nei confronti della scuola, degli insegnanti e dei compagni. Il programma, concordato dalla Coordinatrice per via telefonica con la sig.ra Nadia Tesi, Presidente della Casa di Carità, e con Suor Graziella, che coordina l’attività, prevede la presenza attiva di R. alla Mensa dei Poveri in Via Pratosanto 15 B, dalle h. 15.30 alle h. 18, per due settimane: da lunedì 10 a sabato 15 febbraio e da lunedì 24 febbraio a sabato 1 marzo. Al termine di questo periodo, la Sig.ra Nadia Testi redigerà una relazione sull’impegno dell’alunna che verrà valutata dal Consiglio di Classe in sede di scrutinio. In fede, ALLEGATO 2 Si tratta di un file in formato PDF che si allega al documento con i file relativi alle rilevazioni statistiche. ALLEGATO 3 Verona, 24 marzo, 2014 OGGETTO: Patto per l’impegno 1 C Gentili genitori, care alunne e cari alunni, Come voi già sapete l’ultimo consiglio di classe della 1 C ha preso dei provvedimenti di sospensione nei riguardi di molti alunni per porre un freno ad una situazione intollerabile: il continuo disturbo, lo scarso o nullo impegno, la mancanza di collaborazione da parte dei più fanno sì che sia compromesso il vostro diritto allo studio, sancito con forza anche dall’articolo 34 della nostra amata Costituzione. Nel tentativo di darvi un’ultima possibilità di riscatto, i vostri insegnanti uniti, sostenuti dalla dirigente, hanno deciso di convertire le sospensione dalle lezioni in sospensioni con obbligo di frequenza, per permettervi di recuperare le molte lacune, attraverso lo studio e l’impegno costanti. Siamo, infatti, disposti a credere che un recupero sia ancora possibile e che con l’impegno e la forza di volontà si possa evitare di perdere un anno scolastico. Da parte nostra, noi docenti cercheremo di affiancare alle consuete strategie didattiche anche altre modalità di insegnamento, quali per esempio la formazione di piccoli gruppi di studio guidati da compagni-tutor; laboratori per lo svolgimento guidato degli esercizi in classe, frequenti verifiche; note di merito, ecc. Le attività verranno monitorate costantemente dai docenti e dalla coordinatrice. Per questo, vi proponiamo di siglare un patto d’onore, nel quale - nero su bianco – noi docenti vi indicheremo le condizioni che da oggi in avanti regoleranno il nostro stare insieme in classe, nel reciproco rispetto e nello sforzo di raggiungere una meta comune: imparare. Firmandolo, ognuno di voi si impegna a rispettare tutti i punti in elenco e si assume la responsabilità personale delle proprie azioni. Anche i rappresentanti dei genitori saranno chiamati a firmare, affinché sia chiaro che il successo di una tale iniziativa dipenderà dalla sinergia tra i docenti, gli studenti e, non ultime, le famiglie. Alle famiglie chiediamo di condividere con noi questo obiettivo e di collaborare con la scuola solertemente, affinché i ragazzi imparino finalmente che la scuola è una grande opportunità nella loro vita e che hanno la possibilità di invertire la rotta. DATA FIRME (DOCENTI) DATA FIRME (RAPPRESENTANTI DEI GENITORI) DATA FIRMA (RAPPRESENTANTI ALUNNI)Verona, 19 marzo, 2014 Io, consapevole che con il mio comportamento in passato ho contribuito a creare in classe un clima ostile allo svolgimento delle lezioni e all’apprendimento, in piena libertà, sul mio onore e sulla mia parola, mi impegno solennemente fino all’ultima ora dell’ultimo giorno di scuola a collaborare attivamente allo svolgimento delle lezioni, contribuendo a seconda dei casi con il mio silenzio o con i miei interventi mirati, educati ed intelligenti rispettare gli insegnanti ed i compagni studiare e svolgere gli esercizi con il massimo impegno, portare sempre il materiale scolastico e non accampare scuse quando non sono ho fatto una di queste cose adottare un atteggiamento, un abbigliamento ed un linguaggio consoni al luogo in cui mi trovo evitare nel modo più assoluto assenze e ritardi inutili rispettare rigorosamente i posti assegnati dalla coordinatrice consegnare all’entrata in aula il cellulare all’insegnante, consapevole che il suo uso in classe ostacola gravemente il mio apprendimento e quello dei miei compagni non coprire compagni che adottino comportamenti lesivi del Regolamento di Istituto, avvisando tempestivamente i docenti evitare ogni comportamento teso a falsare i risultati miei o di altri in occasione delle prove di verifica non lamentarmi dell’eccessivo carico di lavoro, consapevole che questo è la diretta conseguenza di un impegno superficiale e scostante di cui anche io sono responsabile riferire tempestivamente alle famiglie ogni comunicazione da parte della scuola [1] Il file che riporta dettagliatamente il quadro delle sospensione è un file allegato alla presente relazione insieme a tutte le relazione dei docenti intervenuti. [2] Uso volutamente il termine “adulti” perché comprende sia il personale docente sia gli ATA e ciò vale in quanto sono parimenti bersagli di molti comportamenti trasgressivi così come sono responsabili (anche se non sempre in eguale misura) di alcuni atteggiamenti nei confronti degli studenti colti a trasgredire [1] ASSENZE : 8 alunni (0 - 4%); 5 alunni (5-9 % ); 9 alunni 10-14% ; 6 alunni 15-25% . Allegati pubblici: Grafico sospensioniTORTA.xls Schema sospensioni a s 2013 14.xls Versione stampabile