Progetti Culturali

RELAZIONE INCONTRO CON IL DOTT.BASEVI, GIORNATA DELLA MEMORIA

La vita di un ebreo durante il periodo fascista
Tutti nella vita abbiamo sentito parlare della Seconda Guerra Mondiale, tutti l’abbiamo studiata a scuola e tutti conosciamo la persecuzione degli ebrei ad essa collegata.
Il giorno 25 gennaio 2017, in occasione della Giornata della Memoria, il dottor Dario Basevi è venuto nel  nostro istituto per raccontarci ciò che è stata la sua vita in quegli anni .
Il suo racconto è iniziato dall’emanazione delle leggi razziali nel 1938: allora egli aveva soltanto undici anni. Gli studenti vennero cacciati dalle scuole, i lavoratori licenziati e la polizia effettuava controlli settimanalmente nelle case ebree sulle cui porte venne scritto col catrame “Ogni ebreo è una spia”. Il padre volle emigrare in Argentina ma non gli fu possibile perché furono loro ritirati i passaporti. Decisero quindi si vivere clandestinamente: vendettero il loro appartamento ottenendo più di diciassettemila lire, stracciarono i loro documenti e presero un treno diretto a Sud. Arrivarono a Roma il 16 ottobre del 1943 e nella stazione gremita di soldati videro un camion dal quale scendevano persone in lacrime e capirono che quelli erano i primi deportati. Andarono a chiedere asilo ad un amico di famiglia, ma questi rispose loro: «Io vi farò un favore: non vi denuncerò alla polizia, ma sono nazista e trovo giusto che ammazzino gli ebrei». Grazie alla bonarietà e al menefreghismo dei romani, che non chiesero loro informazioni personali, vissero in una pensione per pellegrini. Successivamente, però, dovettero separasi continuando ad incontrarsi ogni domenica alle tre in una bar, ma interruppero presto questa abitudine, per non dare sospetti, promettendosi: «Alla fine della guerra ci riincontreremo». La madre e il padre trovarono lavoro sotto false identità, mentre egli si dette al vagabondaggio. Non dormiva nello stesso luogo per più di due o tre notti e per un periodo visse in una discarica, in mezzo all’immondizia, dove i cani non potevano trovarlo. Si cibava dei rifiuti dei ristoranti e si aggregò ad una banda di ladri andando a rubare generi alimentari dalle dispense nelle case, dalle quali  i suoi compagni rubavano ori e preziosi. «Non mi pento di quello che ho fatto per sopravvivere.- ha raccontato Basevi- Il giorno della liberazione ho alzato lo sguardo e ho finalmente rivisto le rondini volare.» Dopo un anno riuscì a convincere i genitori a tornare a Verona, la sua città natale, e qui “si legò le gambe alle sedie della biblioteca” e si mise a studiare. Ci ha detto: «L’uomo vale per quello che ha in testa, non in tasca». Si è laureato, ha ottenuto tre specializzazioni, ha intrapreso la carriera di medico all’ospedale di Borgo Trento nel quale è stato primario per dieci anni.
All’età di novantadue anni è un uomo pieno di forza vitale e voglia di riscatto e che tuttora si commuove ricordando le terribili vicende a cui la vita l’ha sottoposto.
Al termine dell’incontro, come ringraziamento la professoressa Franca Errico gli ha recitato una poesia di Nazim Hikmet dal titolo “Nasceranno uomini migliori” che  si apre e si conclude con questi versi:
“Nasceranno da noi
  uomini migliori.
  La generazione
  che dovrà venire
  sarà migliore
  di chi è nato
  dalla terra,
  dal ferro e dal fuoco.”
 
Sara Tinelli 2M

Progetto tecniche di distribuzione e marketing

L’idea consiste in una vera e propria progettazione e attuazione della PROMOZIONE dell’evento “sfilata” organizzato dall’Istituto Sanmicheli attraverso un lavoro di collegamento del tema della sfilata ( Lungo il fiume ) al tema del Convegno che si terrà in Gran Guardia ( si veda scheda di presentazione dell’iniziativa).
 

·         Studio del tema conduttore della sfilata per attuare una campagna di comunicazione della stessa.

·         La realizzazione di uno spot ( Pre-produzione: la fase di scrittura - Lavorazione: le riprese - Post-produzione: il montaggio - Distribuzione: comunicazione all'esterno)

 

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